Come è nata l’idea di questo libro?
Il progetto de ‘La ragazza degli oceani” nasce come risposta alla più che consunta massima che recita, “Finché c’è vita c’è speranza”: insomma non basta nascere in una periferia reietta per arrendersi alle difficoltà della vita. Questa è la linea di pensiero che anima Remo, il protagonista della narrazione.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La difficoltà maggiore per chi scrive, a mio personale avviso, è sempre legata al tentativo di incrociare con il proprio stile ciò che gira nell’aria. Insomma, mi riferisco all’attualità e quindi al bisogno delle persone di appassionarsi a un tema piuttosto che a un altro.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Questa è una domanda che meriterebbe un certo approfondimento, visto che io personalmente sono un lettore piuttosto onnivoro. Diciamo che – giusto per avere un’idea – per questo libro i riferimenti gravitano intorno a De Carlo, Baricco e Fabio Volo.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Bologna, ma sono di origini pugliesi.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho già realizzato il 50% di una nuova storia; in più sono occupato con due sceneggiature che, quando la battuta di arresto causata dal Covid-19 sarà superata, diverranno delle produzioni cinematografiche. Comunque, forza ce la faremo a lasciarci dietro il virus!