Se ci sono nuovi poveri

Il Covid-19 è una nemesi, come ben può intuire chiunque, che colpisce la società in tutti i settori. E, se l’aspetto legato alla salute appare quello più in vista, non è secondario quello economico. Il rapporto della Caritas sulla povertà in Italia evidenzia le criticità emerse durante l’emergenza Coronavirus, con un incremento dei nuovi poveri. Il numero degli indigenti presi in carico dalla rete della Caritas passa dal 31% del periodo maggio-settembre 2019 al 45% nello stesso periodo del 2020.

A fronte di queste considerazioni si è costretti a capire se ci siano colpe, e se sì, chi sono i colpevoli. Ovviamente è banale ripetere che un evento del genere, una pandemia mondiale di questa portata, non era prevedibile da nessuno, tuttavia e in tempi di pace liberi da virus e affini – è un discorso che affonda lontano nel tempo, molto lontano – forse un’organizzazione sociale basata su una classe dirigente valida seriamente e con paga livellata come tutti i poveri cristi che girano sul pianeta, be’, potrebbe fare la differenza.

Insomma, si potrebbero avere figure illuminate più pronte a reagire all’imprevisto, piuttosto che a pensare alle paghe incredibili che loro stessi si assegnano. A proposito di indigenza, gli scrittori appaiono sempre più informati dei politici e ne parlano nei loro libri:

Non si nasce per essere poveri, di Enrico Caterini (Pacini Giuridica)

“Non si nasce per essere poveri: Il saggio denuncia un ordinamento giuridico che afferma principi e regole sempre più colpiti da una crisi di effettività. A fronte di solenni enunciati la realtà sociale vive una pratica sempre più difforme. Occorre ricondurre i fatti al diritto e viceversa. Al contempo il diritto deve riconciliare il presente con il futuro e superare la frattura in essere tra le generazioni.”

Nemmeno il tempo di un abbraccio, di Mimmo Parisi (PlanetEdizioni, pag. 235)

«È un brutto momento» dissi.

«È un brutto momento per tutti: siamo tutti sulla stessa barca, non ti pare?» commentò la ragazza.

Restai in silenzio per qualche attimo. Poi mandai fuori:

«Devo dire la verità? No, che non mi pare: forse siamo nella stessa barca, ma con differenze abissali. Su questo Titanic targato Covid-19, tu e la tua famiglia siete lì, in alto. A ballare e a sorseggiare Martini dry in prima classe! Io e la mia famiglia invece, siamo in basso… A fare i migranti di questa società iniqua e ingiusta… Siamo confinati  qui, dove la tempesta infuria e schiaffeggia senza sconti i più svantaggiati e gli anziani… Qui, dove non arriva nessuna nota di quel quartetto da camera che vi suona qualche valzer di Strauss: siamo quelli ai quali i graduati sparano addosso se tentiamo di salire più in alto, là dove c’è qualche speranza di essere salvati! E non è tutto…»

 

Se ci sono nuovi poveriultima modifica: 2020-10-28T11:28:37+01:00da diegoromero
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